Quando la grandine distrugge il raccolto

09.10.2012

Il 2011 è stato un anno funestato da grandinate e tempeste: in Alto Adige, le compagnie assicurative hanno liquidato oltre 38 milioni di danni per frutta danneggiata. Se l’impianto non è protetto da una rete antigrandine, l’unica alternativa è ricorrere a un’assicurazione.


Ogni anno, la grandine arreca danni ingenti al raccolto di frutta e verdura. Stipulando una polizza assicurativa è possibile, quanto meno, proteggersi in larga misura dalle conseguenze finanziarie. L’entità del danno causato dalla grandinata viene stabilita da un perito, incaricato dalla compagnia: allo scopo di ottenere una stima affidabile della “perdita”, la valutazione finale, se possibile, dev’essere effettuata in prossimità del raccolto.

Perdita di qualità

In linea di principio, in fase di perizia della frutta danneggiata dalla grandine, viene quantificata la perdita di qualità, suddividendo appunto il raccolto in base a tale criterio e procedendo, quindi, alla stima del danno. Il perito deve valutare se la frutta può essere venduta al dettaglio o se, in seguito ai danni subiti, dovrà essere impiegata come merce industriale. Per l’uva, oltre al danno qualitativo, viene determinato anche quello quantitativo.
Un sinistro causato da grandine dev’essere denunciato tempestivamente, affinché la compagnia abbia la possibilità di eseguirne la perizia quanto prima. Al momento della denuncia, è essenziale comunicare la data dell’evento, elencando tutti i terreni per i quali si avanza richiesta di risarcimento danni.

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